
Dal latino color - oris: Termine indicante, in fisica, sia la sensazione fisiologica che si prova sotto l'effetto di luci di diversa qualità e composizione, sia la luce stessa, monocromatica o policromatica, costituita cioè da una sola o da più radiazioni elettromagnetiche di determinate lunghezze d'onda:
- colori fondamentali o dell'iride: il rosso, l'aranciato, il giallo, il verde, l'azzurro o il blu, l'indaco, il violetto, ai quali corrispondono lunghezze d'onda decrescenti da 800 a 400 nm, detti anche colori dello spettro solare, perché dalla loro fusione si ha la luce solare o bianca; in teorie successive a quella newtoniana, sono stati considerati la terna rosso, giallo, blu, quella rosso-arancio, verde, violetto corrispondente alle tre sensazioni colorate fondamentali individuate dalla moderna teoria fisiologica della visione cromatica, e altre;
- colori complementari: coppia di colori (flussi luminosi colorati, monocromatici o no) che, opportunamente miscelati, dànno il bianco;
- Teoria dei colori o teoria cromatica:
- I. Newton - La luce bianca è il risultato della fusione dei sette colori dell'iride;
- J. W. von Goethe - I colori sono considerati come il prodotto dell'interazione tra il bianco e lo scuro, tra la presenza e l'assenza di luce;
- J. C. Maxwell e H. L. Helmholtz - distinsero la composizione additiva dei colori, ottenuta sovrapponendo luci colorate su uno schermo inizialmente scuro, dalla composizione sottrattiva dei colori, nella quale ogni colore che si aggiunge sopra un fondo inizialmente bianco toglie una parte delle radiazioni luminose al colore preesistente.
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